L’importanza dell’informazione contenuta nell’opera d’arte
Marco Victor Romano / L’importanza dell’informazione contenuta nell’opera d’arte / ologramma, disegno, pigmento, calco, legno, luce led, stampa 3d/ 10X35X6 (cm) / 2017
L’importanza dell’informazione contenuta nell’opera d’arte
Marco Victor Romano / L’importanza dell’informazione contenuta nell’opera d’arte / ologramma, disegno, pigmento, calco, legno, luce led, stampa 3d/ 10X35X6 (cm) / 2017
L’opera è un’installazione composita che mette insieme elementi in legno, fogli, griglie esagonali stampate in 3d, pigmento, calco e un ologramma che descrivono il regno animale delle vespe. Attraverso uno sguardo ravvicinato alle strutture abitative che esse creano (i vespai), vengono illustrate la struttura gerarchica di gruppo e la perfezione della loro maestria costruttiva. Quest’ultima è naturalmente modulata sulle specifiche esigenze di sopravvivenza di ciascuna classe e per questo motivo possono essere lette come simbolo della forza dei loro legami parentali e della tendenza a dare vita a forme di socialità notevolmente evoluta. Su un lato della barra lignea di supporto sono sovrapposti disegni, calco degli alveari, stampe 3D, carte e pigmenti che raccontano i materiali, le modalità di costruzione dei vespai e le strutture sociali che li abitano. Sul lato opposto è posizionato l’ologramma, sintesi di tutte le informazioni date.
L’immagine olografata su vetro stupisce per la tridimensionalità che restituisce, compressa su un’unica superficie bidimensionale di soli 12 cm quadrati. Inoltre, la sovraesposizione al raggio laser ha permesso la ricostruzione di un intero sistema alveolare, vespe comprese.
Si resta interdetti di fronte questo lavoro, ibrido di scale dimensionali. Sembra quasi di trovarsi di fronte un varco, una finestra aperta su un altro spazio.
L’artista va oltre la suggestione e focalizza la sua indagine sul dato sensibile nella sua essenza: la luce e la sua interazione con la materia. Il portato scientifico presente in questa installazione vuole dimostrare come soltanto tralasciando la forma, in costante variazione, è possibile enucleare informazioni più profonde.
In quest’ottica, il soggetto rappresentato (il vespaio) diventa il pretesto per parlare di essenza e della sua modalità di strutturazione nella materia.
È necessario indagare l’essenza, che è la primordiale ragion d’essere della forma, per approdare alla sua fondamentale verità: l’informazione in essa contenuta.
Scavalcando tutti i sistemi di costruzione prospettica dell’immagine, che ai limiti di iperboliche forzature ha dato risultati tanto estremi quanto astratti in artisti come M. C. Escher, l’ologramma di Romano non crea nessuna illusione ottica ma di fatto è reale restituzione dell’informazione “luminosa” contenuta nello spazio.
Cos’è allora lo spazio? Che ruolo ha la luce? Quali sono i limiti della percezione umana?
Quest’opera sembra voler varcare la soglia del visibile per renderci partecipi di nozioni che si pongono al di là di tale limite.
Se nella pratica l’ologramma registra informazioni impossibili da percepire in simultanea per l’occhio umano, metaforicamente rimanda al concetto di realtà composita, frammentata in vari punti di vista individuali ma che nell’insieme restituiscono la complessità di un’unica verità.
E non è forse questo il grande enigma dell’esistenza?
Non risiede in questa perenne disparità di visione tra individui la chiave delle loro relazioni?
Non è questa una similitudine della vita umana, differente per ciascun essere ma coesistente nella stessa dimensione? Nessun punto di vista è preminente rispetto all’altro, ognuno ha la stessa porzione di spazio per esistere e la stessa valenza nel suo affermarsi come verità.
L’informazione contenuta nell’opera è stata esposta per la prima volta nell’ambito della mostra Epiphanìa 24:24 realizzata dal duo RomanoISerafini, dal 15/12/2018/ al 13/01/2019, Centro per l’arte Contemporanea Trebisonda, Perugia.
L’opera è presente nel Libro d’Artista 24:24 Epiphanìa di RomanoISerafini
Giovanna Calabrese