Muri
Marco Victor Romano / Serie Muri / tecnica mista, legno, cemento, gesso, pigmenti, specchi / site specific / 2017
Muri
Marco Victor Romano / Serie Muri / tecnica mista, legno, cemento, gesso, pigmenti, specchi / site specific / 2017
Il tema centrale presente in quest’opera è l’imperfezione stillata come una goccia nella natura umana.
Dai suoi primi albori l’arte contemporanea ha cercato di raccontare la fuggevolezza dell’esistenza, talvolta invadendola come il movimento Fluxus, talvolta cristallizzandola nelle forme non forme, ritrattando o cancellando il secolare patto di fedeltà figurativa con la natura, sua eterna ispiratrice, alleata e rivale nella ricerca del bello.
Se scompare la figura nasce un nuovo linguaggio che scavalcando il muro del comprensibile all’occhio giunge in picchiata nel sentimento, naufragando nel dolce mare leopardiano, “ove per poco il cor non si spaura”.
È in quell’anelito verso l’infinito, dove si misurano tensione e immaginazione, che l’espressione artistica del secondo novecento ha posto le radici della propria ricerca, facendo della materia “il verbo” dell’intima realtà umana. Senza limiti dettati da una logica riconosciuta, senza margini che segnino il confine presso cui arrestarsi, i materiali si sovrappongono realizzando ibridi di forma e di concetto.
A metà tra la sapiente tecnica di composizione classica e la “lacerazione della carne” delle grandi Plastiche di Alberto Burri, Marco V. Romano supera la poetica della materia sensibile novecentesca, offrendone uno sguardo nuovo, conciliante.
Gesso, intonaco, cemento, sono le basi su cui Romano stende colori irripetibili, frutto di miscelazioni artigianali di pigmenti puri, o sovrapposizioni di strati di tempere ottenute con tecnica classica. Questi sorprendenti film pittorici sono adagiati su nude tavolette lignee, dal perimetro irregolare e gli angoli smussati in morbidi vertici. Ne risultano oggetti dall’aspetto misterioso e delicato quasi fossero fragili incrostazioni di bellezza, accordi fortuiti di un’armonia visibile nell’apparenza ma celata nella struttura.
L’intonaco dei Muri di Romano è simbolo della facoltà comunicativa del linguaggio dell’arte, fatto di sovrapposizioni, accostamenti, divisioni e distruzioni. Nelle sue mani la materia duttile è luogo di sperimentazione in itinere, le sue superfici colorate sono lo spazio in cui si accumulano le energie variabili di azioni casuali, singole o plurime.
Le puntellature, gli squarci, le spaccature della superficie, sebbene ricordino il tema della sofferenza del corpo, di Burri, non soccombono alla visione pessimistica di un’esistenza governata dal Caso indomabile, contro cui l’uomo non può nulla.
Il progetto Muri diventa il palco in cui va in scena l’esistenza, uno spazio in cui si sedimenta la memoria e infine un luogo in cui si costruisce la bellezza del singolo.
Con la sapienza costruttiva della composizione classica, la potenza del gesto distruttore e la finezza delle variazioni cromatiche, Romano crea simboliche culle in cui riposano preziose imperfezioni nate dall’incontro-scontro tra materia e contingenza, anima e mondo, in un rapporto eternamente antitetico in continua variazione.
Giovanna Calabrese
- Muro bv, tecnica mista, legno, cemento, gesso, pigmenti, 27x27cm, 2017
- Muro giallo, tecnica mista, legno, cemento, gesso, pigmenti, 39×49, 2017
- Muro a, tecnica mista, legno, cemento, gesso, pigmenti, site specific, 24×47, 2017
- Muro viola magenta, tecnica mista, legno, cemento, gesso, pigmenti, 10×7, 2017
- Muro s, materiale specchiante, muro, legno, 33×33 cm, 2017-2018